venerdì 16 aprile 2021

DOLORE CERVICALE E SISTEMA VISIVO: COME GLI OCCHI INFLUISCONO SULLA TUA POSTURA

 

Anche detta cervicalgia, il dolore alla cervicale è un disturbo muscolo-scheletrico. Il fulcro del fastidio si identifica nella rachide-cervicale e colpisce tutte le strutture quali muscoli, vertebre e nervi. Nella maggior parte dei casi questa problematica è accompagnata da forte nausea, vertigini e mal di testa.

Il dolore cervicale trova le sue cause in differenti fattori quali:

postura scorretta ,periodi di forte stress fisico ed emotivo, colpo di freddo,eventi traumatici come il colpo di frusta, movimenti bruschi ecc.

osteofiti,ernia cervicale,ipercifosi dorsale, iperlordosi lombare

Recenti studi hanno individuato tra le possibili cause di dolore cervicale anche una connessione tra la postura scorretta e alcuni disturbi del sistema visivo.

Come influiscono gli occhi sulla postura

Come accennato in precedenza la postura scorretta è una tra le principali cause del dolore cervicale.

Tuttavia, è opportuno considerare che in alcuni casi questa deriva proprio da un disturbo visivo. Studenti o lavoratori che trascorrono la maggior parte della giornata seduti a una scrivania davanti ad un computer o ai libri tendono a mantenere una posizione sbagliata per diverse ore. Questo perchè, il cervello, per correggere il difetto visivo invia al sistema nervoso l’input di modificare la posizione del corpo per permettere al soggetto di correggere il vizio o la mancanza di diottrie.


Dunque, la postura e i movimenti del corpo, vengono orientati in maniera poco corretta alterando, di conseguenza, la simmetria muscolare e scheletrica del corpo.

Nello specifico, il dolore cervicale e quindi i fastidi che interessano quell’area del corpo, possono derivare dall’inclinazione errata della testa.

La postura è l’insieme dei fenomeni neurofisiologici, neuropsichici e biomeccanici. Questi fattori vengono influenzati da diversi agenti come la vista ma anche i movimenti della testa, la deambulazione, l’inclinazione che assume la testa e il collo o i movimenti derivanti dalla respirazione.

Tuttavia, è opportuno considerare che esistono i cosiddetti fattori interni che influenzano la postura: tra questi l’informazione propriocettiva che ricopre un ruolo fondamentale nell’equilibrio tonico oculare. Nei fattori esterni, invece, le percezioni uditive e visive sono fondamentali per ricavare lo spazio extra-personale. Nel caso in cui questi dati non fossero acquisiti correttamente o venissero sfalsati per qualsivoglia motivo, si potrebbero manifestare problematiche di natura visiva e di conseguenza problematiche legate alla postura. Queste sono la principale causa di diversi fastidi tra cui dolore cervicale, forte nausea, mal di testa persistente e vertigini.

In generale, si può dire che la postura viene modificata dal cervello in base alle percezioni e agli stimoli che questo acquisisce dai vari apparati. Esso quindi tende a correggere il deficit percettivo (visivo) mediante flessioni e inclinazioni del capo le quali, con il passare del tempo, causano contratture cervicali e fastidi connessi ad esse.

Esistono tecniche di rieducazione funzionale, in collaborazione con altri professionisti, mirati a risolvere il problema; punto di partenza un attenta valutazione che precedete il trattamento. 

Written by 

Dott.ssa Anna Tripi

Fisioterapista 

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Sito web

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giovedì 15 aprile 2021

MOTIVO DELLA CONSULTAZIONE ? “HO BISOGNO DI UNA BELLA SCROCCHIATA”

Cosa genera quel crack ? Scientificamente denominato “effetto cavitazionale”, il rumore è generato dallo scoppio di bolle di gas che si formano nel liquido sinoviale che lubrifica le articolazioni.

Tutto questo non significa che le strutture che scrocchiano hanno un danno osseo (artrosi), o che ci sia un contatto delle superfici articolari. Significa solo che c’è stata una rottura di una bolla di gas nello spazio articolare (RESEARCH ARTICLE
Real-Time Visualization of Joint Cavitation: Gregory N. Kawchuk, Jerome Fryer)
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Il liquido sinoviale intrarticolare contiene gas (azoto, ossigeno e anidride c.). Quando una articolazione esegue un movimento di allontanamento dei 2 capi ossei, si crea spazio dove non è presente alcun fluido; qui si creano bolle di gas per colmare lo spazio. Quando scoppiano -> “crack”
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Lo stesso rumore PUÒ (NON DEVE) sentirsi quando l’osteopata attua tecniche manipolative orientate a correggere una disfunzione somatica. Queste tecniche (chiamate anche HVLA o Thrust) sono innocue de fatte con il giusto criterio (❌ in linea di massima da evitare nella lassità legamentosa, instabilità articolare e presunti stati osteoporotici)
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Ma queste tecniche articolari fine a se stesse sono efficaci da sole ?
NO, NO, NO, non hanno valenza terapeutica se non vengono applicate nel contesto di un trattamento globale e con una visione olistica dell’individuo
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Le manipolazioni vertebrali hanno costruito la fama degli osteopati, ma ad oggi fanno parte solo del modello di trattamento biomeccanico. NON TUTTI GLI OSTEOPATI “scrocchiano” e NON è vero che solo i bravi osteopati sanno farlo.
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Per concludere, il buon esito della manipolazione NON dipende dalla presenza del “crack” (CHE PUÒ ESSERCI O NON ESSERCI), perché la manipolazione ha come scopo quello di attivare un circuito neuro-muscolare attraverso lo stiramento degli elementi capsulo legamentosi per informare il sistema della nuova posizione ossea
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Written by
Osteopata DM Roi Andrea Caruso

Instagram:
@andrea.caruso_osteopatia
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IL DILEMMA: CARDIO PRIMA O DOPO I PESI?


E’ ormai conosciuta come pratica comune, per massimizzare la massa muscolare e ridurre il grasso corporeo, l’esercizio di resistenza in sala pesi seguito dall’attività aerobica. Ma è ben evidente che l'organismo risponde in modo molto diverso ai due tipi di allenamento.

Nel primo caso abbiamo una massiccia produzione di molecole che promuovono la crescita muscolare come l’enzima mTOR.
La via mTOR viene regolata ed integra gli stimoli provenienti da una grande varietà di segnali cellulari, tra cui mitogeni, fattori di crescita (come IGF-1 e IGF-2), ormoni come l’insulina, nutrienti (aminoacidi, glucosio), i livelli di energia cellulare, e le condizioni di stress. D'altra parte, l'esercizio cardiovascolare riduce la massa delle cellule adipose attivando l'enzima AMPK, che stimola i processi di generazione di energia come l’assorbimento del glucosio e aumenta l'ossidazione degli acidi grassi, in ultima analisi portando a meno grasso corporeo. È stato anche dimostrato che l'attivazione di AMPK riduce i processi che consumano energia come appunto la sintesi proteica muscolare guidata da mTOR e la crescita muscolare (Erick A. Ritcher et al.). Di conseguenza, eseguire un lavoro aerobico subito dopo il sollevamento pesi potrebbe non essere la sequenza di allenamento migliore per una crescita muscolare ottimale, in quanto l'attivazione di AMPK contrasta la funzione mTOR in risposta al lavoro di forza, influenzandola negativamente. Ciò è particolarmente vero perché la funzione mTOR è tipicamente massimizzata subito dopo il sollevamento pesi, il che significa che l'attivazione simultanea di AMPK dall'allenamento cardio esaurirebbe notevolmente l'attività mTOR e la crescita muscolare (Mournier et al.)
Recenti studi hanno dato una possibile soluzione a questa problematica, cioè eseguire esercizi cardiovascolari prima dell’esercizio di resistenza per prevenire l’inibizione della crescita muscolare o la sua perdita evitando l’attivazione sincronizzata di AMPK e mTOR.
Infatti sembrerebbe che eseguire un allenamento cardiovascolare prima del sollevamento pesi aumenti la propensione ad aumentare la crescita muscolare, in quanto la produzione di AMPK durando solo un’ora dopo allenamento non andrebbe in contrasto con il recettore mTOR prodotto successivamente.
Per confermare questa ipotesi, uno studio di Ogasawara et al. ha esaminato i diversi livelli di attività di mTOR raggiunti durante l'allenamento cardio, prima o dopo il sollevamento pesi. Come previsto, hanno scoperto che l'esercizio eseguito dopo l'allenamento della forza ha comportato un aumento dell'attività AMPK, che ha attenuato direttamente la funzione mTOR e l'anabolismo delle proteine muscolari. Tuttavia, l'ordine opposto degli esercizi ha portato all'attivazione di AMPK solo per un'ora dopo la fine del lavoro aerobico. Poiché l'allenamento di resistenza è durato un'ora, gli autori di questo studio hanno concluso che l'attivazione di AMPK non coincideva con l'attivazione di mTOR dal lavoro di resistenza. Di conseguenza, questa sequenza di allenamento ha portato a un livello maggiore di funzione mTOR, fornendo un ambiente più anabolico che favorisce la crescita muscolare.
Dal punto di vista ormonale si può affermare che l’allenamento con i pesi standard fornisce uno stimolo che aumenta uno degli ormoni più importanti per la costruzione muscolare, il testosterone.
Al contrario, un intenso esercizio cardiovascolare in genere sopprime il livello di testosterone circolante, andando a bloccare la crescita muscolare.
In realtà anche la combinazione di esercizio cardiovascolare e allenamento contro-resistenza riduce i livelli di testosterone, indipendentemente dall’ordine di allenamento seguito.
Tuttavia, nonostante l’esaurimento del testosterone per il lavoro cardio, apparentemente, l’esecuzione di esercizi cardiovascolari prima dei pesi può favorire dei guadagni di forza considerevoli.
Questo effetto è stato dimostrato in uno studio di Schumann et al. che ha esaminato la risposta acuta sui livelli di testosterone dell’allenamento combinato cardio e pesi in due gruppi indipendenti che eseguivano l’allenamento aerobico prima o dopo.
I risultati hanno mostrato che il gruppo che eseguiva il cardio prima aveva livelli di testosterone relativamente più bassi rispetto al gruppo che ha svolto il lavoro di resistenza per ultimo.
Tuttavia, i livelli di testosterone più bassi non erano correlati con lo sviluppo della forza, poiché il gruppo che ha svolto per primo il lavoro di resistenza ha effettivamente mostrato maggiori guadagni di forza, con un aumento del 17% della loro 1RepMax (ripetizione massimale) nella pressa per le gambe, rispetto al gruppo che ha eseguito l’allenamento cardio per secondo, che ha migliorato la loro ripetizione massimale solo del 13%.
Presi insieme, i risultati sopra indicano che sebbene l’allenamento cardiovascolare esaurisca il potente ormone della costruzione muscolare, il testosterone, l’allenamento cardio prima è apparentemente migliore per favorire un aumento della massa muscolare e della forza.
Questo è probabilmente dovuto, ancora una volta, alla maggiore crescita muscolare guidata da mTOR.
I definitiva secondo la letteratura presentata l'attività cardio fatta prima del sollevamento pesi ha sicuramente dei benefici maggiori. Ma ricordiamo che fondamentale è affidarvi ad un professionista che vi guiderà in base alle vostre esigenze e la vostra anamnesi.
Rif.Articolo “Maximaze your gains by doing cardio first” by Michael J. Rudolph ( Ph.D. in Biochemistry and Molecular Biology from Stony Brook University– Muscolar Development

L'illusione del carboidrato: prendiamo in giro il cervello

Un’ottima scoperta sono i prodotti della RIMA Benessere, per chi non vuole rinunciare al piacere del carboidrato.

In realtà è solo un’illusione, poiché per 100 gr di prodotto ci sono solo 18 gr di carboidrati, ben 13,4 gr di proteine e 6,8 gr di fibre, per questo adatto anche a diabetici e chi ha disturbi di tipo insulinico.

Ottimo potere saziante e molto gustosi.
Esistono diversi formati, acquistabili online e presso i negozi di nutrizione sportiva.

Alleghiamo il sito aziendale: https://rimabenessere.com/

Buon appetito
Lo staff NutriRiab



Ad ogni colore il suo beneficio: i colori del benessere

Il colore degli alimenti è dato da sostanze contenute al loro interno. Queste sostanze possiedono delle particolari proprietà, nell'immagine abbiamo riassunto quelli che sono i gruppi maggiori e le loro peculiarità.

Lo staff NutriRiab




VITAMINA D: NON SOLO PER LE OSSA

🦴🦴


Con il termine vitamina D si identifica in realtà un gruppo di molecole (pro-ormoni), presenti soprattutto sotto forma di ergocalciferolo (vitamina D2) e colecalciferolo (vitamina D3). La forma attiva della vitamina (calcitriolo o 1,25-diidrossivitamina D) si lega a un recettore specifico presente sulla superficie delle cellule e può così svolgere la propria azione, collegata soprattutto – ma non solo – al buon funzionamento del metabolismo delle ossa in quanto migliora l’assorbimento del calcio. La quantità di vitamina D contenuta negli alimenti è scarsa, mentre secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, il 90 per cento del fabbisogno di questo composto si ottiene grazie all’esposizione al sole.
La carenza di vitamina D non ha solo un impatto negativo sulla salute dello scheletro, ma secondo alcuni studi potrebbe anche facilitare disturbi cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e cancro” come si legge in un recente articolo pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, ed anche un aumento del rischio di sclerosi multipla nelle donne.
Il recettore della vitamina D appartiene alla superfamiglia dei recettori degli ormoni steroidei / tiroidei ed è espresso dalle cellule nella maggior parte degli organi, inclusi: cervello, cuore, pelle, gonadi, prostata e seno.
I ricercatori stanno valutando il potenziale ruolo della vitamina D anche nella prevenzione e cura dell’influenza stagionale e nello sviluppo di alcune malattie autoimmuni (diabete di tipo 1, lupus eritematoso sistemico) e neurologiche (Parkinson, Alzheimer). Vedi anche i recenti studi sulla funzione della vitamina D contro il Covid-19, che propongono un ruolo protettivo e di riduzione delle patogenicità del virus nei soggetti che assumono vitamina D (studi in corso di verifica), questo anche perché la vitamina D interagisce con il sistema immunitario, infatti i VDR (recettori della vitamina D) sono espressi in diversi tipi di globuli bianchi, compresi i monociti e le cellule T e B attivate.
Vitamina D e performance atletica
Le prime ricerche riguardanti la relazione tra vitamina D e prestazioni atletiche risalgono ai primi anni del XX secolo. I ricercatori russi e tedeschi sono stati i primi a segnalare gli effetti convincenti dell’irradiazione da luce ultravioletta per migliorare le prestazioni atletiche e ridurre i dolori correlati all’attività sportiva cronica.
Purtroppo, ci sono limitati studi sperimentali che dimostrano un miglioramento delle prestazioni con la supplementazione di Vitamina D. Una recente meta-analisi di diciassette studi di questo tipo non ha rivelato alcun effetto significativo della vitamina D in generale, ma è stato osservato un significativo miglioramento della forza muscolare negli studi in cui il livello medio iniziale di 25-idrossivitamina D era di 25 nmol /L o inferiore. Aumentando i livelli di vitamina D si riducono l’infiammazione, il dolore, la miopatia, aumenta la sintesi proteica muscolare, la concentrazione di ATP, la forza, potenza e in genere le prestazioni fisiche.
Alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato anche che la somministrazione di vitamina D3 aumenta l’effetto anabolico della leucina. Aggiungere la leucina a pasti ricchi in proteine è forse la strategia di integrazione più efficace per gli atleti e body builder che cercano di accelerare la crescita muscolare.
I ricercatori della Clermont Universite in Francia hanno scoperto che maggiore è la concentrazione di vitamina D3 nel sangue, maggiore è l’effetto anabolico della leucina.
Nello studio si evince che la Vitamina D3 aumenta la sensibilità recettoriale all’insulina ed inoltre incrementa l’attività dei meccanismi anabolici cellulari.
La vitamina D può aumentare anche la forza muscolare, probabilmente attraverso la stimolazione della produzione di testosterone. Uno studio 12 mesi, in doppio cieco, randomizzato con controllo in 54 uomini non diabetici ha dimostrato che il gruppo che ha ricevuto 3332 UI/die di vitamina D ha avuto un significativo aumento dei valori ematici di D, di testosterone totale e libero (che è la frazione bioattiva).
Questi risultati supportano l'idea che elevando i livelli di D si può aumentare la produzione di testosterone nei soggetti di sesso maschile non diabetici.

Lo staff NutriRiab

PROTEINE IN POLVERE 😱😱😱 L'INCUBO DI CHI E' POCO INFORMATO

Con questo post vogliamo chiarire il ruolo delle proteine in polvere e soprattutto le differenze tra i vari tipi, per il quale varia tempo e modo di somministrazione.
1 Perché si prendono le proteine in polvere?
Per integrare la quantità proteica giornaliera se non è possibile raggiungerla con la normale assunzione di cibo. Le necessità variano in base allo stile di vita e al tipo di alimentazione seguita.
2 Quali proteine assumere?
 Per una semplice integrazione è possibile assumere delle proteine “lente” come le caseine, che vengono assorbite in modo graduale a livello intestinale e supportano l’apporto giornaliero proteico. Le caseine hanno la tendenza a creare un gel all’interno dello stomaco che le rende più dense e va a rallentare i processi di digestione (nell’adulto si perde l’enzima specifico per la loro digestione la rennina). Per questo motivo sono state proposte come supplemento anti-catabolico da parte dell’industria dell’integrazione. Queste solitamente vengo consigliate come prenanna, per inibire la il catabolismo notturno o come sostituto di pasto avendo un maggiore potere saziante.
 Se abbiamo bisogno di apporto proteico di recovery è il caso di assumere delle proteine del siero del latte idrolizzate a rapido assorbimento, che vanno supportare il tessuto muscolare dopo uno sforzo intenso. I tempi di digestione più brevi, assicurano un assorbimento più rapido dopo l'ingestione che si traduce in un maggior e in un più rapido incremento dei livelli di aminoacidi nel sangue; di conseguenza, gli integratori di proteine idrolizzate risultano particolarmente indicati nel post-workout per accelerare il recupero e sfruttare la cosiddetta finestra anabolica.
3 Le proteine sono anabolizzanti?
NO. L’integrazione di proteine non va ad influire sulla normale crescita muscolare, semplicemente mette a disposizione del tessuto muscolare una quantità maggiore di substrato di crescita, naturalmente se accompagnato dal giusto grado di allenamento, altrimenti ciò che il corpo ritiene essere in eccesso lo espellerà senza utilizzarlo.
4 Le proteine hanno un ruolo nel dimagrimento?
NO. La semplice assunzione di proteine in polvere non da particolari variazioni nel metabolismo, il loro ruolo nella riduzione del peso è data dalla sinergia con l’attività fisica ed un regime alimentare controllato
5 I vegani quali proteine possono assumere?
Per chi segue un’alimentazione povera di proteine animali sono state prodotte proteine provenienti da legumi. Sono molto utili in quanto l’alimentazione vegana tende a essere priva di proteine di alto valore biologico.
Lo staff NutriRiab

CURA L'INTESTINO E CURERAI IL MAL DI SCHIENA: RIPERCUSSIONI POSTURALI DELLE INFIAMMAZIONI A CARICO DELL'INTESTINO - FOCUS DUODENO

  L’intestino tenue è quella parte del canale alimentare che va dallo stomaco all’intestino crasso; vi si svolgono le funzioni digestive e d...